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“Cari giocatori e tecnici del Parma F.C. :
in considerazione del riscontro che hanno avuto le precedenti “lettere” di Sky e di Sandro Melli vi scriviamo questa lettera perché abbiamo visto che la corrispondenza epistolare riscuote molte attenzione nell'ambiente crociato. Prima di tutto volevamo ringraziarvi per essere rimasti a condividere una situazione che a dir poco è grottesca, a combattere in modo unitario per un ideale, per la nostra maglia e per cercare di cambiare in positivo il mondo del calcio. Ed è bello e qualificante poter condividere con voi questo momento e dimostrarvi cosa sia per noi il senso d'appartenenza, amare il Parma e la maglia crociata. Nell'ultimo mese ci siamo confrontati a quattr' occhi tutti insieme, parlando in maniera civile e mai a sproposito, e abbiamo dimostrato la nostra solidarietà con i fatti, con il sostegno in strada, nello spogliatoio, dentro lo stadio, nelle nostre sedi e a Collecchio. Abbiamo fatto fronte comune schierandoci dalla vostra parte, mostrando ciò che ci distingue: l'orgoglio di esser parmigiani, lo stesso orgoglio che ha permesso a questa città di denunciare un malcostume politico che da anni perseverava nel meandri del potere manif7cittadino. Con lo stesso spirito cerchiamo di gettare le basi per uscire compatti da una situazione che, giorno dopo giorno, prende forme sempre più imprevedibili, mostruose, e questo porta ad aumentare sempre più la rabbia nei confronti di chi ha rovinato il Parma con la tacita complicità dei vertici del calcio che hanno permesso quanto sta avvenendo. Il 19 marzo dovrebbe essere la data della morte prematura della società che sosteniamo da sempre; se non fosse per l'intervento, interessato, di Lega e FIGC in una qualsiasi altra situazione la nostra esistenza sportiva avrebbe già cessato di esistere: saremmo usciti dai giochi ed il campionato del Parma si sarebbe concluso con sigilli sui beni immobili e con dipendenti e collaboratori a spasso. Peccato che qualcuno, firmando un patto con il diavolo (Sky e le altre TV) per evitare spiacevoli e clamorose conseguenze, vuole decidere se e quando far morire la società crociata allungandone la vita sportiva: lo ha fatto usando e sfruttando i soldi incassati come parziale compensazione dei comportamenti scorretti di tifosi e così spera di coprire il comportamento scorretto (e forse fraudolento, ma questo lo accerterà la magistratura) dei dirigenti. Fondi che servivano per sviluppare meglio la cultura sportiva, per combattere il razzismo, per progetti sociali e di promozione dello sport (campi in periferie e oratori) e che ora invece avranno solo la finalità di pagare, fino a giugno, gli stipendi dei calciatori e dei dipendenti. Dipendenti che in caso di fallimento, per quel che sappiamo, saranno i primi della lista ad essere pagati: nostro malgrado siamo diventati esperti negli ultimi tempi riguardo a vicende fallimentari. Purtroppo, considerato come vanno le cose in Italia negli ultimi anni, questo non riguarda solo il Parma calcio e gli sportivi ma la maggior parte dei nostri connazionali e lo stiamo provando sulla nostra pelle: anche tra noi ci sono ragazzi e padri di famiglia con stipendi da precari o sottopagati che si sono dovuti rimettere in gioco da zero. Molti di questi, spinti da indomabile passione, non vi hanno mai abbandonato, sono sempre al loro posto al Tardini e, quando possono, anche in trasferta, pronti a incitarvi e far sentire il loro sostegno. Dite di battervi oltre che per i dipendenti anche per il mantenimento della categoria: ma avete chiesto alla piazza se è questo quello che realmente vuole? Siete sicuri che a giugno una volta, “salvato” questo campionato, chi comanda e ha fatto promesse le mantenga e che il calcio italiano non si dimentichi e abbandoni il Parma? Noi non vogliamo piaceri, sconti o favoritismi e nemmeno scambi: se tifosi-sciarpe-curva-nuovo-sitofinire il campionato è il prezzo per avere regalata la serie B (alla faccia dei regolamenti e di altre società che sono fallite senza inediti salvataggi) con chissà quale proprietà, preferiamo ripartire da zero, ripuliti e con una società seria. Vogliamo poter essere orgogliosi della nostra società, non come adesso che proviamo vergogna per aver condiviso sette anni della centenaria storia del Parma con chi ha si è mostrato e ha parlato tanto raccontando più bugie che verità. Volete cambiare il calcio affinché non succeda più un caso Parma? Bene approviamo e ne siamo orgogliosi, quello che non capiamo è: come pensate di farlo fidandovi di Tavecchio? Delle sue parole da mercante? Se salta il Parma salta anche lui ed è per questo che, paventando problemi economici per rimborsi e indennizzi specie dalle tv, è riuscito a far leva e a convincere le altre società ad accettare il suo piano di sostegno. E' intervenuto quando non ha potuto più fare lo struzzo: per mesi ha nascosto la testa sotto la sabbia per non vedere andando avanti come se nulla accadesse nonostante sotto gli occhi di tutti vi fosse una evidente, allarmante, situazione anomala. Perché non rendete pubblico cosa avete discusso, quali sono i punti e le proposte che avete avanzato con il presidente della FIGC? Se e quali scadenze avete dato per il campionato in corso affinché queste proposte vengano accolte e ratificate. Sinceramente non riusciamo a capire come possiate fidarvi di questa gente senza avere garanzie certe e sicure. Ponete delle scadenze prima di alcune partite chiave del torneo in corso: avete la possibilità di tenere sotto scacco Federazione e Lega minacciando di non scendere in campo se non discuteranno le vostre richieste e non avrete la certezza che le vostre proposte siano accolte prima che termini la serie A: sfruttate la possibilità di dare degli inderogabile ultimatum per le prossime tre partite chiave del campionato. Nessuno criticherà la decisione di giocare se questo porterà all'approvazione, se non tutte, di molte vostre richieste, ma contestiamo la scelta del scendere in campo solo, ed esclusivamente, per far proseguire il carrozzone mediatico del calcio, lo stesso carrozzone che ha permesso a chi ha gestito il Parma di trascinarci e coinvolgerci in una situazione grottesca che non trova riscontri nella storia di uno sport che tutti amiamo. Se non siete in grado di premere e convincere chi avete di fronte che deve ufficializzare i cambiamenti, e ciò che giustamente richiedete, prima della fine del torneo (dopo, statene certi, del Parma non importerà più niente e tutto passerà nel dimenticatoio con grade respiro di sollievo di chi ha tutto da perdere se non andate in campo) vi chiediamo di fermarvi: ne avete la possibilità ed esistono oggettive condizioni per mettere in atto questa inedita protesta. E' un vostro diritto. Tutti i veri sportivi che amano il Parma e la loro città certo non apprezzerebbero veder prolungare questa agonia assistendo a partite falsate per disparità di forze tecniche, fisiche e mentali. Senza certezze dite stop, mettete fine smettendo di giocare in un campionato falsato che nulla vi può dare se non eventuali, non augurabili, infortuni che condizionerebbero e comprometterebbero il vostro futuro: proseguire non è giusto anche nei confronti di tutti i tifosi italiani e delle squadre che in passato sono fallite nei campionati minori senza che qualcuno intervenisse. Siete voi ora che dovete decidere se essere vittime di questo sistema o passare alla storia come quelli che sono riusciti a dare una svolta epocale al calcio italiano modificandone regole e comportamenti. Decidete che ruolo ricoprire: se volete vivere da pecore, o essere, comportandovi da crociati, i protagonisti del cambiamento. A voi la scelta.”


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