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Giugno 2007

Intervista a "Dal1984presente", un tifoso, come dice il suo nick presente sin dagli inizi degli anni '80 al seguito dei crociati...


- Come nasce il tuo amore per il Parma calcio, tu nato e residente a Milano tifoso dal DNA crociato e cosa pensano i tuoi amici e concittadini della tua fede gialloblu?

Mio zio giocò un anno nel Parma negli anni settanta con la maglia crociata. Ho alcuni parenti li a Parma. Mio padre mi portava qualche volta a vedere il Parma quando giocava vicino a Milano, erano i tempi della serie D.
La prima partita da tifoso è stata Fanfulla Parma a Lodi, serie C1, nel
novembre 1983, la prima da solo è stata Bologna Parma in B, l'anno dopo.
I miei amici sanno tutti che tifo Parma e ormai sono rassegnati, adesso che siamo una società affermata nessuno si stupisce più, i tempi duri erano negli anni '80, quando vedevo il Parma di Sacchi in B e saltuariamente andavo a San Siro. Quel Parma di sconosciuti giocava meglio delle
squadre di A, lo dicevo e non mi credeva nessuno.
Ricordo un Reggiana Parma al Mirabello dove il Parma vinse 3 a 1 (prima vittoria dopo 40 anni a Reggio) dove non facemmo toccare palla ai reggiani per 7 minuti, che Parma fantastico...quando il Milan prese Sacchi ero l'unico a Milano ad
essere sicuro che avrebbe fatto benissimo, tutti i miei amici si chiedevano chi fosse, vinsi un sacco di scommesse coi compagni di classe.


- Se uno dei fondatori del primo gruppo di tifosi fuori dalla provincia di Parma, i CUS Parma sez. Milano, vuoi parlarci del gruppo e magari di qualche episodio che ricordi con particolare piacere?

Eravamo in 6-7, si partiva con l'interregionale delle 8 da Milano Lambrate, si rubava la carta igienica dai bagni del treno nella tratta tra Fiorenzuola e Fidenza quando passava il controllore per non farsi timbrare il biglietto e chiedere poi il rimborso in stazione al ritorno, andavamo a piedi dalla stazione al Petitot, srotolavamo lo striscione davanti al bar e aspettavamo gli ultras avversari. Spesso si faceva amicizia, al massimo ci si ignorava. Poi, quando arrivavano i ragazzi dei CUS, mangiavamo insieme.
A volte abbiamo venduto adesivi e sciarpe in curva Nord (ne avevamo fatte fare 800 per risparmiare sui costi, fu un'impresa venderle tutte). Spesso alcuni dei miei amici invitavano capi ultras di squadre di serie A (li conoscevano per eventi non legati al calcio), che ogni tanto venivano, era un diversivo per loro, non c'era ovviamente rivalità, non essendo noi mai stati in A. Ricordo i capi delle Brigate Gialloblu del Verona (dei matti completi, e stavano vincendo lo scudetto), un paio dei Boys San che portarono giù il loro striscione da trasferta e dei tipi imbarazzanti, per i loro trascorsi) della curva del Milan. Fà strano pensarlo adesso.


- La curva di ieri e la curva di oggi... cosa noti di diverso nel modo di vivere il calcio ed in particolare in un ambiente come Parma?

La Curva Nord è rimasta un ambiente sano ed unico, e ci si innamora del Parma proprio per la sua unicità. Dalla meravigliosa maglia crociata, alla particolarità che i tifosi indossano colori diversi da quelli della maglia. Non è un caso che il Parma, specialmente nelle partite in notturna, in casa sia sempre stato quasi imbattibile, l'amore per la squadra è quasi palpabile in
campo dai giocatori. L'unica differenza che vedo è che prima si vivevano con più allegria le trasferte, sembravano quasi la prosecuzione della serata prima in discoteca, ora paiono più simili alle manifestazioni politiche, la conflittualità prima era a volte con gli ultras avversari, ragazzi come noi, mentre adesso....


- La stagione è appena terminata... ancora una volta il Parma è in serie A, per il 18' anno consecutivo... qual'è il tuo ricordo più bello di questi "tempi moderni" dall'epoca dei Tanzi all'amministrazione controllata?

Ricordo la trasferta di Wembley per l'emozione, quella di Mosca per l'epicità dell'evento, il gol di Hernan con la Juve perchè l'intera curva mi crollò addosso, la vittoria della coppa Italia col gol di Junior sotto la pioggia, perchè tornai a Milano fradicio e completamente senza voce.
Bologna comunque è stato il top, ovviamente.


- Infine un ultima domanda... cosa ti aspetti dal futuro dei crociati e di conseguenza dalla nuova proprietà?

Mi aspetto che guardi al futuro senza dimenticare il nostro passato, e credo che Ghirardi lo stia facendo. Un mio sogno sarebbe per una volta vedere un'amichevole con in campo in maglia crociata la squadra della promozione in A. Sarebbe un'emozione fortissima.

Dal1984presente


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