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IL MIGLIORE DEI MONDI POSSIBILI?

Le chiamano “Forze dell'Ordine”, sono gli agenti di Pubblica Sicurezza e Carabinieri, a volte Finanzieri e Forestali o facenti parte della Polizia Penitenziaria. Sono deputate al mantenimento dell'ordine, a garantire la sicurezza dei cittadini e, nel caso specifico delle manifestazioni sportive, dovrebbero svolgere la loro mansione evitando che si vengano a creare i presupposti per il contatto fra le tifoserie rivali e sono, ricordo, pagati per questo. Non sono impiegati di banca o pescivendoli che vengono mandati al fronte.
La stragrande maggioranza dell'opinione pubblica è convinta di ciò. Noi, tifosi ed ultras che giriamo da anni per lo stivale al seguito della nostra squadra del cuore, no. Non che il fatto di seguire la propria compagine al di fuori delle “mura amiche” sia necessario per rendersi conto di ciò che non funziona, ma diciamo che rende molto meglio l'idea.
E' ovvio, se uno fa il “coglione” deve assumersi la responsabilità dei propri atti, questo è palese, non mi posso lamentare di una manganellata in fronte o di una denuncia se lancio un quadrello di porfido nel mucchio dei poliziotti o se cerco lo scontro col tifoso avversario.
La cosa incredibile è però un'altra. In questo Mondo alla deriva, dove si sventola la bandiera della Democrazia in faccia ai cinesi e poi ci si trova ad avere tutelati meno diritti costituzionali di un condannato a morte iraniano, siamo arrivati al paradosso della “provocazione” ai fini di eliminare ciò che lo Stato non desidera, le menti pensanti. Avviene in politica, da anni, con dittature, regimi, ma anche con Repubbliche Costituzionali, tecnica sopraffina affinata negli “anni di piombo” (non dai terroristi, sia ben chiaro…), ora avviene negli stadi, non in tutti, però. O meglio, non per tutti i tifosi.
Noi tifosi ed ultras del Parma siamo pochi, per lo più tranquilli e da qualche anno il principale Gruppo organizzato a Parma, porta avanti una “politica” di controinformazione, fatta di episodi, racconti ed articoli che credo abbiano smosso parecchie persone arenate su ciò che la carta stampata proponeva loro, gente che si è tolta dagli occhi delle spesse fette di prosciutto ed ha cominciato a ragionare con la propria testa. “La cosa più bella che uno possa fare”, direte voi. No, per molti non è così, per molti l'individuo deve pensare non con la propria testa, ma con quella dei padroni della sua libertà.
Succede così che, in allegre gite al seguito dei crociati, senza la benché minima intenzione bellicosa, a centinaia di chilometri dalla Città ducale, come a poche decine, quando uno vorrebbe solo passare un pomeriggio ad incitare la squadra, bere qualche birra, chiacchierare con gli amici, arriva il funzionario dello Stato di turno che, con modi autoritari e denigranti ti intima di sloggiare in fretta dal parcheggio. Tutto questo magari mentre ti stai godendo un panino ed una birra coi tuoi amici, dopo essere stato trattenuto come un talebano a Guantanamo per un'ora in uno stadio deserto. Ok, me ne vado, allora salgo in macchina e che succede? Un altro esponente delle Forze dell'Ordine con bottiglietta d'ordinanza in mano benedisce le auto in partenza come il miglior Cardinal Sepe durante il miracolo di San Gennaro. Per quale ragione? Per irritarci? Per dare fastidio? Come segno di disprezzo? Per pulirci i vetri? Non è dato saperlo.
Non dimentichiamo, in più, coloro che vogliono renderci al loro pari, togliendoci la libertà di espressione, obbligandoci a far sparire un innocuo striscione pena la diffida random dei componenti del gruppo, o i signori in pettorina fosforescente che, riuscendo a mettere insieme due verbi, senza soggetto e complementi vari, ti spingono dicendoti “uscire”, “muoversi”… e noi ancora qui a chiederci se faremo o meno la tessera del tifoso.
La tessera del tifoso? No ragazzi, altro che tessera, qui ci sarebbe da stracciare la carta d'identità, la patente, il passaporto, il codice fiscale, tutto ciò che ancora ci lega a questo Paese marcio, mandare a farsi fottere il calcio, perché calcio non lo è più. Svegliamoci, stiamo continuando ad alimentare una cosa che, fondamentalmente, così com'è, non vogliamo più. Allora, o ci mettiamo d'impegno tutti, seriamente per lottare in modo da far tornare il calcio ciò che abbiamo conosciuto e che amavamo, oppure la smettiamo, la smettiamo con questo teatrino farsa del biglietto in pescheria, delle gabbie agli ingressi, delle sevizie psicologiche, delle provocazioni, basta, basta, basta!


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