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Il caso Genoa: Qual'è la verità?

Il nostro primo editoriale affronta, o meglio, cerca di mettere a fuoco il caso dell'estate quello che riguarda il Genoa e i suoi tifosi. Si, i tifosi. "Parmafans" lo dice il nome stesso è nato tre anni fa con un intento preciso, riunire tutti i tifosi del Parma in una comunità dove confrontarsi.
E noi esamineremo il caso Genoa anche dagli occhi dei tifosi, che anche in questo caso sono le prime vittime di tutto ciò che è successo alla storica società della lanterna.
Le due verità... quella a cui è più facile credere, quella a cui la maggior parte di noi crede perchè riflessa dai media, dalla Lega, dai tribunali, dal sistema calcio tutto.
Una verità che corrisponde comunque alla realtà odierna in quanto il Genoa è stato escluso dalla serie A e dovrà affrontare il prossimo campionato di serie C con tre punti di penalizzazione a causa di un'estate a dir poco massacrante per i rossoblu che ha messo in ombra il ritiro di Guidolin, i gol di Milito, la gioia per una serie A conquistata dopo 10 anni di purgatorio a favore di processi, avvocati, tribunali, ricorsi falliti e quant'altro...
Una verità che condanna il presidente Preziosi, reo di aver "comprato" la partita con il Venezia nell'ultima partita di campionato di B, con i lagunari già retrocessi da tempo, con la famosa valigetta contenente 250.000 euro. Preziosi e Dal Cin (dir. sportivo del Venezia) hanno sempre sostenuto che quei soldi erano un acconto per l'acquisto del giocatore veneziano Maldonado. Una verità, sembra correlata ad intercettazioni telefoniche e inchieste varie.
Il dubbio di molti sportivi e tifosi, tra cui il mio, era riassunto in una domanda: "Perchè se Preziosi è colpevole i tifosi del Genoa lo difendono anzichè dargli addosso?" La risposta sta in un altra verità, una verità che molti tifosi del Genoa credono fortemente: un complotto extracalcistico.
In città, dicono i tifosi del Genoa, Preziosi non è visto "politicamente" bene, tanto che prima che scoppiasse il caso il presidente rossoblu era stato attaccato su tutti i fronti, calcistici e non, da alcune testate giornalistiche. E proseguono, che le cimici delle intercettazione erano su di lui sette mesi prima che scoppiasse la vicenda, e che dalla sentenza di primo grado hanno sentenziato e poi ribadito alla Caf (testimone un file in pdf sul sito della lega-calcio) che il Genoa è presunto colpevole di aver cercato di "normalizzare" una partita comprata da terzi. E quindi?!?
I tifosi del grifone raccontano di un e-mail del giudice Franchini ad un avvocato di Genova dove dice che avrebbe avuto influenze extracalcistiche.
Poi la Caf e i bigliettini con l'avvocato di Andreotti (Coppi), il miglior avvocato in ambito sportivo (Grassani), ex ministro della giustizia con figlio (Carlo e Alfredo Biondi) e l'avvocato della famiglia Preziosi non sono stati ascoltati ed irrisi, con giudici che dormivano, ridevano e si scambiavano bigliettini (tutto filmato). I bigliettini:
"al Genoa niente B, poi il consiglio federale lo ammetterà a C1, C2 o dilettanti", "guarda preziosi che faccia da fesso" , "ho letto la sua vita sull'espresso è proprio un fesso".
A questo seguono una serie di "infrazioni" di "dietro font" che avrebbe fatto il giudice Vigotti che prima ha accolto il ricorso del Genoa alla giustizia civile (9 agosto) e poi, 10 giorni dopo, ha smentito se stesso.
Tutto quello scritto sopra riguardo alla seconda verità (quella dei tifosi del Genoa) è documentato da articoli e fonti ufficiali e non c'è una fonte ufficiale che dica, come elemento probatorio, che il Genoa sia colpevole. Tutti lo pensano, compresi loro, ma non c'è nulla che lo proverebbe.
I tifosi Genoani si fanno anche la C, perchè per loro non è questione di categoria, ma questione di passione e voglia di far parte del popolo rossoblù, quelli che hanno raccolto più di 100 sacche di sangue per l'ospedale prima di una partita, quelli che raccolgono soldi per persone meno fortunate quelli che hanno una marea di club e fanno festa anche durante le disgrazie. Quelli che invadono le città, mangiano nelle trattorie e vanno alla partita portando voglia di stare insieme, famiglie al seguito e goliardia. Ma sono anche quelli che si fanno rispettare come possono.
La questione dicevano, è la sopravvivenza del club, il più antico d'Italia, quello che ha 9 scudetti.
Se ce l'hanno con Preziosi noi, prosegue un tifoso rossoblu, non possiamo pagare, ma non possiamo lasciare tutto nelle mani dei politici-imprenditori genovesi che da anni parlano di cittadelle dello sport, di ammazzare tradizioni e cultura.

Abbiamo messo a confronto le due verità, costellate da tanta confusione... sta ad ognuno di noi farsi un idea su questo caso, schierarsi da una o dall'altra parte e rimanere semplici spettatori di una vicenda comunque conclusa da una sentenza.